La Sapienza è la sede storica dell’Università di Pisa, voluta nella seconda metà del Quattrocento da Lorenzo il Magnifico e completata a metà del secolo successivo da Cosimo I de’ Medici. Da allora l’attività didattica e di studio non è mai cessata nelle tante aule e sale di lettura del palazzo e ininterrotto è stato il via vai di generazioni di studenti, professori e illustri studiosi. Fino al 29 maggio 2012, quando l’edificio è stato chiuso al pubblico a causa della sua vulnerabilità sismica, messa in luce dal terremoto dell’Emilia.
La Valutazione dell’Interesse Archeologico (VIArch) dell’area in cui sorge la Sapienza, effettuata prima dell’inizio dei lavori di restauro dell’edificio, come prevede la legge, ha mostrato l’elevatissimo potenziale dell’intera zona dovuto alla presenza, tutt’intorno al complesso universitario, di resti databili a partire dall’epoca etrusca (VIII secolo a.C.). Nel 2015 pertanto sono iniziati gli scavi archeologici, condotti dall’Università di Pisa in perfetta sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno, che hanno riportato in luce ben due quartieri medievali, succedutisi uno dopo l’altro e ancora perfettamente visibili sotto i pavimenti della Sapienza: un isolato vissuto dal X alla metà del XIV secolo, con case, una chiesa e un cimitero separati da strade e vicoli, e la Piazza del grano, il grande mercato cittadino delle derrate alimentari, costruito a metà del Trecento e poi parzialmente distrutto poco più di un secolo dopo per far posto al complesso universitario.
Come nei migliori esempi di Archeologia urbana, il restauro della Sapienza, oltre a restituire piena funzionalità al monumento simbolo dell’Ateneo pisano, si è trasformato dunque anche in un’occasione unica per riscoprire e far conoscere agli studiosi e al grande pubblico un palpitante spaccato di vita quotidiana nel cuore della Pisa medievale, che finora era filtrato solo attraverso il ricordo delle testimonianze scritte.